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lunedì 27 giugno 2016

OPATIJA (CROAZIA) 14/9/13
E' l'ultima tappa della lunghissima ed affascinante traversata dal Golfo di Trieste (Italia) al Kvarner/Quarnaro (Croazia), che abbiamo coperto in tappe. L'esperienza è stata affascinante e ci ha dato modo di visitare angoli nascosti, appartati e ricchi di suggestione dell'Istria montana. Boschi, creste, villaggi, antichi sentieri, vette, rari corsi d'acqua e, da ultimo, il mare, ci hanno accompagnato durante il nostro passaggio. Cordiali agricoltori, pastori ed anziani ci hanno salutato e dato il benvenuto al nostro transito, soffermandoci spesso con noi, dando vita a degl'interessanti scambi di opinioni e, nei casi più fortunati, trovando motivo per raccontare aneddoti, particolarità e curiosità sulla vita rurale di queste contrade.
Raggiungiamo Passo Poklon, alto valico dell'estrema Istria E, che connette il retroterra della contea con il Quarnaro e le sue perle di Opatija e Rijeka. La giornata è grigia e nebbiosa, tuttavia non demordiamo ed iniziamo a risalire il sentiero che ci condurrà con un suggestivo percorso nel bosco, alla vetta dell'Ucka, la più alta cima della regione. Ciclamini dal porpora sgargiante, abissi reconditi, faggi dalle fantastiche sagome sembrano attenderci, mentre, guadagnando quota e portandosi sull'orlo del costone dell'Ucka, la nebbia s'infittisce a tal punto, da farci camminare nel nulla: a fatica si scorgono gli alberi del bosco che attraversiamo, mentre dal lato opposto, dove si scorgerebbe la costa, è tutto un grigio compatto, che nasconde il grande salto nel vuoto.
In cima c'è sempre la bella torre panoramica e d'improvviso, inizia a soffiare un vento gelido, continuo e violento. Da lì ci aspettano 1401 m di dislivello in discesa, sino alla riva di Opatija. Durante la lunghissima discesa, gradualmente il cielo si apre, fa capolino il sole estivo e possiamo ammirare degli scorci davvero incantevoli tanto sull'Ucka, quanto verso la costa e l'arcipelago croati.
Sarà davvero un'autentica sorpresa scoprire lo stupendo villaggio medievale di Veprinac, arroccato su un promontorio, alto sulla costa ed in vista della vetta dell'Ucka, con le sue porte, le sue torri, la sua chiesa e le sue raccolte case in pietra. Eppoi, da lì, seguiremo l'antico sentiero, che per generazioni pastori, agricoltori ed allevatori hanno calpestato, per portarsi in città a vendere al mercato i loro ricchi e ghiotti prodotti. Sembra quasi di sentire lo stridere delle ruote dei loro piccoli carri o il calpestio degli zoccoli dei loro animali da soma sulle pietre del sentiero, cosiccome le loro voci, magari nell'ambito di un'abituale conversazione.
Striderà vistosamente con la pace, il silenzio e l'atmosfera tipicamente montana avvolgente l'intero percorso, giungere all'imbrunire, un po' stanchi, sulla riva di Opatija, affollata di villeggianti, eredi di quelle famiglie aristocratiche austro-ungariche, che elessero nell'Ottocento Opatija, quale meta preferita per la loro residenza al mare, grazie ad un clima temperato, l'aria salubre, i panorami incantevoli e la suggestione della regione circostante. Fu quello l'inizio dell'inarrestabile sviluppo turistico di quest'area, che oggi rappresenta una "Sehenswürdigkeit" - come si sarebbe detto allora - irrinunciabile.
Buon cammino,
Giuliano.-
















domenica 12 giugno 2016

BREMERHAVEN (GERMANIA) 24-28/4/13

60 km a nord della Capitale Bremen alla foce del Fiume Weser nel Mare del Nord/Nordsee si trova questa moderna città, sorta essenzialmente per scopi squisitamente commerciali ed economici: le grandi navi cargo portacontainer, divenendo sempre più capienti e registrando un pescaggio vieppiù maggiore, non erano più in grado di risalire il Weser e giungere al porto di Bremen, sicchè si decise di creare un grande porto commerciale alla foce del fiume nel Mare del Nord, eliminando le difficoltà di transito alle grandi navi ed accorciando i tempi di navigazione. Nacque pressappoco così, nel 1827, Bremerhaven, città costiera industriale del Land Bremen.
Dal punto di vista turistico non rientra senz'altro nei conosciuti circuiti volti alla conoscenza dell'estremo nord della Germania, a torto. Sebbene la città non offra, a causa della sua modernità, richiami artistici di un certo spessore, chi si asproccia al Land Bremen non dovrebbe trascurarla, perchè essa offre delle esposizioni museali di enorme ed originale rilievo, che descrivono efficacemente gli aspetti e le dinamiche della vita a Bremerhaven: su tutti lo Schifffahrtmuseum, il museo della navigazione, e l'Haus der Auswanderer, il museo dell'emigrazione. Tematiche moderne, complesse ed accattivanti, che personificano la contemporaneità del più importante porto di pesca d'alto mare d'Europa.
Fa molto freddo la mattina, che perveniamo a Bremerhaven Lehe a bordo del treno proveniente da Bremen e diretto a Cuxhaven. Un gelido vento, non violento ma continuo, sferza ripetutamente le vie della linda città e la pioggia incessante bagna ogni angolo. Non demordiamo, però, perchè sostanzialmente siamo stati fortunati a programmare le visite delle località di nostro interesse in questa sequenza, giacchè un pallido sole appena tiepido ci ha accompagnato per tutto il tempo durante la nostra escursione all'Isola di Helgoland (Germania), di cui vi ho già riferito. A Bremerhaven dobbiamo rimanere perlopiù al chiuso, pertanto il maltempo non ci ostacolerà più di tanto.
La pioggia sarà cessata, quando verso sera, ci porteremo fuori dal centro, verso il porto, dove, nascosta in una strada costeggiata da magazzini, si trova una tipica e caratteristica taverna, dove ci riscalderemo e dove degusteremo l'ottimo pesce del Nordsee. Sarà notte, quando usciremo, dopo aver conversato con i cortesi gestori, e ci porteremo con un bus di linea alla stazione di Bremerhaven: prenderemo il treno per Brema ed a bordo incontreremo la dinamica bigliettaia conosciuta durante il nostro spostamento a Cuxhaven, che incuriosita e divertita, ci chiederà se noi siamo sempre in viaggio!
Rincaseremo a tarda notte, molto entusiasti.
Bis bald Bremen!
Giuliano.-
P.S.: Con questa corrispondenza si conclude il ciclo di relazioni inerenti all'affascinante viaggio lungo la costa del Mare del Nord, nel Land Bremen, cui ho dedicato complessivamente 3 contributi: oltre al presente, ho realizzato quello su Bremen, elaborato il 10/1/15 e quello sull'Isola di Helgoland e Cuxhaven, prodotto il 13/8/14. Se dovesse mancarvene qualcuno, se interessati, avvisatemi.


























giovedì 2 giugno 2016

FORCA DEL CRISTO - AMARO (UDINE) 2/6/15
L'isolata piramide dell'Amariana saluta svettante, chi si accinge ad entrare in Carnia, dall'alto dei suoi 1905 m.. E' il monte simbolo della Conca Tolmezzina, la cui risalita richiede una lunga marcia attraverso i suoi irti fianchi meridionali, caratterizzati solo fino ad una certa altitudine dall'ubertoso bosco, che, poi, lascia spazio ad ampi e ripidissimi prati, oltrepassati i quali, il cammino procede attraverso canaloni delimitati da enormi lastroni precipitanti scenograficamente lungo gli erti pendii della montagna. Il sentiero, a tratti attrezzato con una robusta fune in acciaio, sorpassa placche rocciose pittoresche, tra le cui pieghe crescono e fioriscono le essenze arboree tipiche delle rupi. Da ultimo, al termine della lunga risalita si perviene ad una forcella, posta sulla sottile linea di cresta: lì il panorama si apre d'incanto sul versante nord, ammantato da selve tanto fitte quanto solitarie ed apparentemente impenetrabili. Giù, in lontananza si scorge la Valle del But, ovvero la via per l'Austria, punteggiata dai centri di fondovalle. Si risale la cresta, oramai senza fatica, ed in breve si guadagna la panoramica vetta, dov'è posizionata la Madonnina dell'Amariana, simbolo di conforto per le popolazioni valligiane.
Il caldo afoso di questa giornata di festa non c'impedisce di risalire l'Amariana, che da sempre affascina con il suo profilo incombente chi si trova a passare ai suoi piedi. Nuvole fitte correranno veloci, accarezzando velocemente la cresta e la vetta e creando contestualmente giochi di luce ed ombre irreali. Poi d'improvviso spariranno, per poi, pochi secondi dopo far scomparire d'improvviso la vetta e la cresta: l'Amariana pare una bella signora, che vuole farsi scoprire gradualmente solo da chi ha la volontà e la caparbietà di risalirla e di sottostare alle sue volontà! Sembra, a tratti, non voler mostrare immediatamente e completamente tutto il suo fascino, quasi a voler obbligare l'escursionista a tornarvici in altre occasioni: un impegno, che ci accolliamo, nonostante lei, al tramonto, si faccia scorgere in tutta la sua bellezza, baciata dal sole, dal ripiano degli Stavoli Lisagno, quasi a scusarsi di essersi fatta tanto desiderare.
Buon cammino,
Giuliano.-