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domenica 7 gennaio 2018

CELLON SCHULTER (UDINE/AUSTRIA) 12/9/15
Ricorderò quest'escursione per aver rappresentato la prima volta in cui ho avuto modo di vedere dal vivo le stelle alpine; una visione davvero insperata ed emozionante!
Certamente i panorami, l'ambiente paesaggistico, le mute rovine delle postazioni militari risalenti alla Grande Guerra sono impressionanti e valgono senza dubbio la lunga ascesa. Poi, in cima, che si libera dalle nuvole che corrono veloci ed ammantano la cresta, è superba con un panorama davvero inebriante, che sovrasta la Valentin Tal (Austria), stretta tra le Alpi Carniche e le Gailtaler Alpen. 1 km più in basso scorgiamo piccolo il rifugio alpino, apprezzata tappa gastronomica immersa nel verde del bosco, dei pascoli e dominata dal Cellon Schulter.
L'itinerario ad anello si sviluppa a ridosso della frontiera con l'Austria, in Alta Carnia. Dal valico di Monte Croce Carnico si punta subito verso O, abbandonando subito la via delle malghe e risalendo il versante S del Cellon. Molto presto il bosco lascia spazio agl'ultimi larici, rapidamente sostituiti dai prati d'alta quota e, più in alto dalle rocce e dai ghiaioni. Siamo al margine del Parco Naturale del Monte Coglians, in un ambiente pregevole, dove, ora, regna il silenzio della montagna. Il sentiero ripercorre l'antica mulattiera militare, che, con percorso sinuoso, risale alla cresta ed alla vetta del Cellon, formidabile punto strategico a controllo della Valle del But (Italia) e della Valentin Tal (Austria). Ruderi di casermette, trincee, postazioni e fortificazioni sono presenti nei punti salienti dell'itinerario, laddove si combattè a lungo ed aspramente con tenacia e sofferenza. Il lungo e vasto costone erboso, che anticipa la cresta, è abitato da un gruppo di curiose pecore, che, vedendoci avvicinare un po' faticosamente, si avvicinano in cerca di cibo. Un lungo intaglio nella montagna è il passaggio scenografico della mulattiera, prima che la stessa risalga uno spallone, da dove si ammira un eccezionale panorama sul Pal Piccolo. Qui sbocca una delle opere ingegneristiche più ardite della "Zona Carnia", ovvero la galleria verticale del Cellon, che risale il versante austriaco per circa 200 m con dei periodici punti luce: è un percorso alpinistico attrezzato e riservato agli scalatori. L'ascesa prosegue in un ambiente sempre più solitario e selvaggio, proponendo gallerie e ricoveri dimora dei soldati. Tra queste rocce sconvolte dalla guerra, modellate dalla neve e dal ghiaccio e sferzate dai freddi venti di quota, fioriscono le stelle alpine, preziose essenze floreali d'alta montagna! Ormai manca poco alla cima, caratterizzata dalla grande croce sommitale. Il Cellon "respira" anche lui un po' affannosamente come noi e sposta velocemente le nuvole che vi si accavallano e che ci danno modo per appena pochi istanti di ammirare il davvero inebriante panorama dalla vetta.
Ridiscendiamo un po' infreddoliti dal vento sferzante e, non paghi, decidiamo di deviare verso lo spallone sovrastante il valico, dove reticolati arrugginiti, gallerie e segni di esplosioni al suolo testimoniano delle dislocazioni militari, mentre stupefacenti rocce calcaree levigate a mo' di scanalatura dall'acqua esemplificano uno dei fenomeni più caratteristici del carsismo.
Sono, così, salito sul Cellon, la cui severa mole ammiravo sin da ragazzino mentre percorrevo la Grüntal o mentre sedevo nello storico locale della Plöckenpaß intento a sorseggiare una fresca birra od a mangiare qualche buon piatto della mia amica Elfriede, di rientro da qualche uscita in Austria. Oserei dire, che sono stato abbondantemente ripagato dall'attesa, avendomi dato il Cellon la possibilità di vedere e toccare le meravigliose, delicate e vellutate Edelweiß !
Giuliano.-